Ogni bambino sa amare, sa ballare, da vivere. Il bambino arriva completo, con tutto pronto. Deve solo cominciare a vivere. Hai mai osservato? Se stai piangendo e un bambino ti vede, ti verrà vicino. Non potrà dirti molto, non potrá discutere del motivo per cui piangi, ma metterà la sua mano, sulla tua: hai mai sentito quel tocco? Nessuno mai ti toccherà così, come fa un bambino: lui sa toccare. Con gli anni le persone diventano fredde, dure; toccano, ma dalle loro mani raramente fluisce qualcosa. Quando è un bambino a toccarti… la tenerezza, la delicatezza, il messaggio… sta riversando in quel contatto tutto il suo essere. Ognuno nasce con tutto il necessario per vivere; e più vivi, più diventi capace di vivere: è questa la ricompensa. Meno vivi, meno ne sarai capace: questa è la punizione.
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Arriviamo in questo mondo completi
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Perdere o lasciar andare?
Dopo averti sentito parlare di mente, cuore ed essere e della necessità di lasciar andare l’una per raggiungere l’altro, mi e sorta una domanda: vuol dire che devo abbandonare anche l’amore? Oppure l’amore è una dimensione del cuore che sará sempre presente? Puoi dirci ancora qualcosa sulle emozioni, l’amore e l’essere?
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Posso dire molto, ma prima vorrei chiederti se sai cosa sia l’amore, visto che hai tanta paura di perderlo. Le persone non fanno che immaginare…
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Ritiro di pratica, convivialitá e amicizia del 13-14-15 Marzo 2020
A Marzo 2020 faremo il nostro primo ritiro di Aikido, Yoga e meditazione al centro Anidra di Borzonasca (Chiavari-Genova). Il posto è magico e adesso c’è un fantastico tatami nuovo di zecca che ci aspetta per un weekend indimenticabile, la sistemazione in bungalow, casette di legno stile giapponese e il contesto dedicato al nostro gruppo per tutto il fine settimana ci permetterá di immergerci completamente nella natura, nella pratica e nella semplice e meravigliosa magia delle relazioni di amicizia.
Qui di seguito le condizioni riservate al nostro gruppo per questo ritiro:
Il servizio giornaliero comprende: la pensione completa (colazione, pranzo cena e pernotto) e l’alloggio in camera doppia, multipla e matrimoniale con bagno per un totale di 16 posti letto; alloggio in camera doppia, multipla e matrimoniale con bagno in comune all’interno dello stesso bungalow per un totale di 42 posti letto e alloggio in camera doppia, multipla e matrimoniale con bagno in comune in bungalow adiacente per un totale di 7 posti letto; alloggio in n.2 tende multiple per un totale di 22 posti letto. Tutti i pasti e gli snack sono preparati secondo i canoni della cucina naturale, e soprattutto con ingredienti ortofrutta prodotti prevalentemente all’interno del centro.
♦ nr. 1 bungalow in legno IL CILIEGIO con complessivi nr.8 posti letto suddivisi in : nr.2 stanze doppie/matrimoniali; nr.1 stanza quadrupla: 2 letti a castello con 4 posti singoli; centroservizi adiacente dotato di sanitari e docce;
♦ nr. 3 bungalow in legno L’ACACIA; IL MELO; L’ULIVO con complessivi nr.33 posti letto suddivisi in : nr.3 stanze doppie/matrimoniali; nr. 2 stanze multiple con 4 posti singoli a castello; nr.5 stanze doppie con 2 posti singoli a castello; nr.1 stanza multipla a 5 posti composta da due letti da 1 piazza e mezza a castello e 1 letto singolo; 2 camere doppie con wc e lavandino condiviso; centroservizi adiacente dotato di sanitari e docce;
costo al giorno ad adulto in pensione completa € 70,00 (tariffa in promozione)
costo al giorno a bambino in pensione completa € 20,00 (tariffa in promozione)
** supplemento giornaliero camera doppia come singola € 15,00 nei bungalow in legno;
Agriturismo Il Mulino con complessivi nr.16 posti letto suddivisi in : nr.2 camere doppie con bagno privato con 1 letto aggiuntivo ciascuna; nr.1 camera doppia con bagno privato con 2 letti aggiuntivi; nr.1 miniappartamento con 6 posti letti ( 1 matrimoniale/doppio; 1 matrimoniale da una piazza e mezzo + 2 letti aggiuntivi singoli a castello) con bagno privato;
costo al giorno a persona in camera doppia in pensione completa € 80,00 (tariffa in promozione)
** supplemento giornaliero camera doppia come singola € 30,00 in agriturismo il Mulino;
L’offerta nelle sistemazioni del centroAnidra comprende la biancheria da letto e da bagno, saponi per il corpo e shampoo ecologici.
Sala lavoro di 160mq (10 x 16) all’interno della casa di paglia, con riscaldamento a legna e compresa la dotazione di impianto HI-FI, lavagna, sedie, tappetini, plaid – € 100,00 al giorno (GRATUITA)Le iscrizioni sono aperte ed è sufficiente versare una caparra di €50 a persona per i soli adulti contestualmente alla conferma della partecipazione che può essere comunicata al centrolistico in segreteria, oppure via mail a info@bushidokai.it oppure via whatsapp a Max al 3462379821.
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Insegna senza parlare
É cio che Lao Tzu chiama wu wei, la non-azione: il saggio viene a capo delle cose senza agire. Ci sono tre possibilita: una é immergersi nell’azione e lasciar perdere la non-azione; ed é la via dell’uomo di mondo. La seconda é lasciar perdere |’azione, e divenire totalmente inattivi: andare sull’ Himalaya; questa é la via della rinuncia al mondo. La terza é quella di vivere nella piazza del mercato, ma senza lasciare che la piazza del mercato viva in te: agire senza agire, muoversi rimanendo immobili dentro.
Io parlo eppure dentro di me c’é silenzio. Parlo e al tempo stesso non parlo. Muoviti senza muoverti, agisci senza agire: se l’agire e il non-agire si incontrano, in te sorge |’armonia, in te nasce una bellezza che non é contrapposta alla bruttezza; anzi, é una bellezza che comprende anche la bruttezza dentro di se.
Guarda un cespuglio di rose, guarda un fiore, guarda le spine. Le spine non sono contro il fiore; anzi, lo proteggono: ne sono le custodi, sono misure di sicurezza. In una persona veramente armoniosa nulla è respinto: respingere qualcosa é porsi in antagonismo con l’esistenza.
Tutto dovrebbe essere assorbito: il Do, l’arte di esistere è l’arte di assorbire tutto. Se rifiuti qualcosa, la cosa dimostra che non sei un artista. Tutto dovrebbe essere assorbito, utilizzato: se trovi un sasso in mezzo al sentiero, non respingerlo, usalo come gradino.
Pertanto il saggio viene a capo delle cose senza agire. Non si rifugia sull’ Himalaya. Resta nel mondo e sbriga le sue cose, ma senza agire. L’azione coinvolge |’esterno del suo essere; all’ interno, nel centro del suo essere, resta immobile. E ció che Lao Tzu chiama wu wei: trovare il centro del ciclone. All’esterno il ciclone infuria, ma nel centro non c’é neppure un’increspatura, tutto é immobile.
Anche tu, sii interiormente immobile e insegna senza parlare.
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Ordinario e straordinario
Si dice che Confucio si sia recato da Lao Tzu. Lao Tzu era vecchio.
Confucio era piu giovane di lui; malgrado ciò, mentre Lao Tzu era pressoché sconosciuto, Confucio godeva di una fama universale.
I re e gli imperatori lo chiamavano a corte, i saggi venivano a chiedergli consiglio; era reputato l’uomo piu saggio della Cina del suo tempo.
Tuttavia, a poco a poco, Confucio cominciò a provare un senso di incompletezza: la sua saggezza poteva essere utile agli altri, ma la sua vita non era estatica, non aveva raggiunto alcuna meta; era diventato un esperto, forse era utile agli altri, ma non serviva a lui stesso.
Pertanto iniziò a cercare in segreto qualcuno che potesse essergli d’aiuto. I saggi comuni non bastavano: costoro venivano a chiedergli consiglio. I dotti non bastavano: venivano da lui perché li aiutasse a risolvere i loro problemi. Eppure doveva esserci da qualche parte qualcuno in grado di aiutarlo. La vita é sconfinata… Avvió una ricerca segreta; mandò i suoi discepoli a cercare la persona che potesse essergli d’aiuto, ed essi gli riferirono che c’era un uomo di Cui nessuno conosceva il nome: lo chiamavano “il vecchio”’. Lao Tzu significa “il vecchio”: non era il suo nome, il suo nome nessuno lo sapeva.
Era talmente sconosciuto che nessuno sapeva quando é nato, nessuno sapeva chi fossero suo padre o sua madre. Aveva novant’anni, ma solo pochissimi esseri umani l’avevano incontrato: solo coloro che guardavano con occhi diversi, che vedevano le cose sotto una prospettiva diversa, erano in grado di comprenderlo. Lui, un uomo cosi ordinario, era visibile solo per le menti umane piu rare.
Confucio, sentendo di quest’’uomo conosciuto come “il vecchio”, andò a trovarlo. Quando si trovó di fronte a lui, sentí… Confucio era un uomo che comprendeva le cose a fondo, un uomo di grande rigore intellettuale, di grande caratura morale, un genio. Sentí che in quell’uomo c’era qualcosa che non riusciva a qualcosa a carpire, qualcosa di vago, qualcosa di misterioso. questo non era un uomo comune, nonostante sembrasse così ordinario. Quell’uomo portava nascosto in sé un tesoro.
Confucio gli chiese: «Cosa dici a proposito della morale? Come si coltiva il carattere?». Confucio era un moralista, e per lui coltivare un carattere elevato era la più alta realizzazione.
Lao Tzu scoppiò a ridere, e disse: «Solo se sei immorale, Sorge in te il problema della morale. E se sei privo di carattere, solo allora ti preoccupi del carattere. Un uomo di carattere é assolutamente immemore che ci sia qualcosa denominato carattere. Un uomo morale non sa cosa vuol dire la parola “morale”. Pertanto non essere sciocco: non cercare di coltivare alcunché. Sii semplicemente quello che sei». E l’uomo emenava un’energia cosí sconvolgente che Confucio fu preso da un tremito, gli prese quel tipo di paura che avvinghia il cuore in prossimità di un abisso. Fu incapace di sopportare la presenza di quell’uomo, e fuggí. Quando ritornó dai suoi discepoli, che lo aspettavano sotto un albero, essi non riuscivano a credere ai propri occhi: il loro Maestro era comparso davanti agli imperatori, e non avevano mai visto in lui alcun segno di nervosismo; adesso tremava, ed era coperto di un sudore freddo. Cos’era successo? Cos’aveva fatto questo Lao Tzu al loro Maestro? Ghielo chiesero, ed egli disse: «Aspettate un momento. Lasciate che mi riprenda Quell’uomo é pericoloso».
Poi disse loro: «Ho sentito parlare di animali enormi, come gli elefanti, e so come camminano. Ho sentito parlare dei mostri che si nascondono nel mare, e so come nuotano. E ho sentito parlare di grandi uccelli che volano a migliaia di metri di altezza sopra la Terra, e so come volano Ma quell’uomo é un drago. Nessuno sa come cammina. Nessuno sa come vive. Nessuno sa come vola. Non avvicinatevi a lui: é come un abisso, come la morte»).
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Chi dona deve essere grato
Il Maestro Seitsu
necessitava di un edificio più grande poiché la casa in cui insegnava era sempre molto affollata.
Un mercante della città decise di far dono di cinquecento pezzi d’oro per la costruzione del nuovo edificio. Umezu portò il denaro al Maestro che gli disse semplicemente. « Va bene, lo prenderò ».
Umezu diede il sacco d’oro a Saitsu, ma era molto scontento per l’indifferenza del Maestro poichè la somma donata era davvero grande, uno avrebbe potuto vivere un anno intero con tre pezzi d’oro,
ma il Maestro non l‘aveva nemmeno ringraziato. « in questo Sacco vi sono cinquecento pezzi d’oro », alluse Umezu.
« Me hai già detto prima », rispose Seitsu.
« Anche se sono un ricco mercante cinquecento pezzi d’oro sono un bel mucchio di soldi », ribatté Umezu.
« Cosa vorresti, che ti ringraziassi? », disse il Maestro.
« Dovresti almeno… », replicò Umezu. « e perché dovrei? », chiese Seitsu « E’ colui che dona che dovrebbe essere grato.
Così come un bambino deve lasciare il corpo della madre, altrimenti morirà nel suo grembo, allo stesso modo poi dovrà tagliare il cordone ombelicale anche in senso psicologico. E non solo fisicamente e mentalmente ma anche spiritualmente. E quando una persona ha la sua nascita spirituale vuol dire che è completamente uscito fuori dal passato, ha rotto completamente con questo passato, e solo allora per la prima volta diventa un sè, una realtà indipendente, un individuo che sta in piedi da solo, egli é! prima d’ora era soltanto un’appendice della madre, del padre o della famiglia, ma non è mai stato se stesso.
Se hai conosciuto l’amore non hai più paura della morte, ed è solo quando quando non hai più paura della morte che puoi veramente vivere.
Ma se tu sei pronto a capire la nevrosi del denaro e l’estasi dell’amore allora sarai capace di comprendere questo fatto: colui che dona dovrebbe essere riconoscente. Dona e sii grato!
Perchè l’altro potrebbe anche rifiutare, Ma questa possibilità non è nemmeno concepibile per colui che in profondità è avido.
Infatti una volta è successo, un mercante andò al tempio da Ramakrishna e disse di volergli offrire cinquecento pezzi d’oro, e lui rispose “Va bene li accetto, adesso fai una cosa per me vai in riva al Gange e buttali dentro”
Il mercante esitava ma lui disse “cosa aspetti? me lo hai regalato no? allora quel denaro adesso è mio e ti dico di andare a gettarlo nel Gange perchè a me non serve mentre al Gange si”.
Così l’uomo se ne andò piano piano e non tornò più indietro, passarono ore e Ramakrishna decise di inviare qualcuno a vedere cosa stesse facendo. C’era una gran folla e l’uomo stava contando una ad una le monete e le gettava singolarmente nel fiume facendo un gran show. Ramakrishna andò dall’uomo e gli disse “Quando uno accumula, contare è necessario, am quando uno rinuncia… Che cosa stai facendo? Quando uno deve gettar via una cosa la può buttare con tutto il sacco….Ma la gente rinuncia eppure continua a contare, in realtà non ha rinunciato affatto.
Colui che dona dovrebbe essere grato Dai e tu sii riconoscente. Se puoi seguire questa indicazione, il vecchio secchio si romperà, e l’acqua fuggirà via. Tutta l’illusione scomparirà. Non più acqua, non più luna. Allora tu potrai guardare il cielo, la vera luna. E’ sempre stata lì, ma tu sei rimasto catturato dal riflesso.
L’amore è la vera luna, il denaro è il riflesso.
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Il Buddha dal naso nero
Una monaca alla ricerca dell’ Illuminazione si costruì una statua di legno raffigurante il Buddha, e la ricoprì di un sottile strato d’oro. Era molto graziosa
e lei se la portava dietro ovunque andasse. Passarono gli anni e, sempre col suo Buddha dietro la monaca si era stabilita nel tempio di un piccolo villaggio dove vi erano molte statue di Buddha, ciascuna col suo altarino davanti.
Tutti i giorni la monaca bruciava dell’incenso davanti al suo Buddha d’oro. Ma poiché non amava l’ idea che il profumo del suo incenso giungesse fino alle altre statue, ideò un piccolo imbuto attraverso il quale il fumo dell’incenso si dirigeva sulla sua statua soltanto. Questo annerì il naso del Buddha d’oro é lo rese incredibilmente brutto.
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Una risata
Una risata é la risposta
C’é un’antica tradizione in alcuni monasteri Zen del Giappone secondo la quale se un monaco errante può vincere un dibattito sul Buddismo con uno dei monaci residenti
acquisisce il diritto di pernottare una notte, altrimenti deve proseguire il suo cammino.
Vi era uno di questi monasteri nel Nord del Giappone tenuto da due fratelli; il più anziano era molto istruito, e il più giovane era piuttosto stupido, é in più orbo di un occhio.
Una sera un monaco errante capito da quelle parti a chiedere ospitalità.
Il fratello maggiore era molto stanco, poiché aveva passato tutto il giorno a studiare, percio disse al più giovane
che doveva essere lui ad affrontare il dibattito. « Abbi cura che il vostro dialogo avvenga in silenzio », lo ammonì.
Alcune ore dopo il viandante si presento dal monaco pit anziano dicendo: « Vostro fratello é proprio un tipo straordinario! Ha vinto il dibattito in modo assolutamente geniale, così ora devo andarmene, non mi é piu possibile rimanere ».
« Prima di andarvene — disse il fratello pia anziano — vorreste essere cost gentile da raccontarmi com é andato il dibattito? ».
« Ben — disse il viandante — per prima cosa to ho sollevato un dito per simboleggiare il Buddha. Allora il vostro giovane fratello ha alzato due dita, che stavano a rappresentare il Buddha e il suo divino insegnamento.
Così io ho sollevato tre dita ad indicare il Buddha, il suo divino insegnamento, e i suoi discepoli.
A questo punto il vostro sagace fratello agito il pugno chiuso davanti alla mia faccia, ad indicare che tutte queste tre cose provengono da un’unica realizzazione ». E con queste parole il viandante partì.
Alcune ore il giovane monaco comparve davanti al fratello con aria afflitta. « Mi é parso di capire che hai vinto il dibattito ». Gli disse il fratello piú anziano. « Non ho vinto niente — rispose — quel viandante era proprio un villano ».
« Toh — esclamo l’altro — raccontami come é andata… « Sai che ha fatto — prosegui il giovane ? — appena mi ha visto ha alzato un dito per insultarmi, per farmi notare che sono orbo di un occhio. Ma ho pensato che, poiché era un forestiero, era mio dovere comportarmi educatamente, cosi ho alzato due dita per congraturlarmi con lui che di occhi ne aveva due.
A questo punto quello screanzato ha alzato tre dita per farmi capire che in due avevamo solo tre occni, cosi non ci ho visto piú… sono diventato pazzo di rabbia
e l’ho minacciato di spaccargli il muso con un pugno >».
Il monaco più anziano rise.
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Il cuore
La porta si schiude sul reale non attraverso la mente, ma attraverso il cuore
Il problema piu grande che l’uomo moderno si trova ad affrontare é che la mente é fin troppo coltivata, mentre il cuore é del tutto trascurato; non solo è trascurato, ma è anche biasimato: non è permesso avere emozioni, le devi reprimere. L’uomo emotivo é giudicato debole, l’uomo sensibile é giudicato infantile, immaturo. L’uomo di cuore non viene considerato contemporaneo, ma primitivo.
Le condanne dei sentimenti del cuore sono così tante che si diventa timorosi dei sentimenti, è naturale. Si impara a escludere i sentimenti e a poco a poco il cuore viene completamente evitato, si va direttamente alla testa. A poco a poco il cuore diventa solo un organo che pompa il sangue, ma non lo è. Dietro la fisiologia del cuore si nasconde il cuore vero, ma il cuore vero non appartiene al corpo fisico perciò la scienza non può scoprirlo, nè forse le interessa farlo. Lo dovrai conoscere coi pittori, i musicisti i poeti, gli scultori, e alla fine, la chiave segreta la custodiscono i mistici.
Attraverso l’aikido puoi sentire la musica del cuore , danzare al ritmo del suo tamburo da guerra osservando i colori delle armonie della pace e diventare insieme al compagno di pratica una scultura che cambia forma in continuazione e assume la forma che i due cuori insieme le danno, e infine raggiungere quel velo che solo i mistici sanno riconoscere e sollevare, quel velo che si trova nel silenzio.
Ne parlavamo proprio qualche giorno fa, talvolta accadono dei momenti in cui tutti diventano silenziosi, all’improvviso, di colpo. E quei brevi istanti di silenzio sono di una bellezza incredibile. Mi diceva: “Sono cosi misteriosi, quei momenti. Non siamo noi a crearli, non ci pensiamo nemmeno, ma a volte arrivano. E quando arrivano, lintero gruppo sente subito la presenza di qualcosa di superiore, qualcosa di più grande dei singoli individui, qualcosa di misterioso. Tutti zittiscono in quel momenti”. E la sua mente logica conclude: “Forse sarebbe bene fare sempre il keiko in silenzio, fare tutta la pratica in silenzio ”, Deve aver pensato che, se quei brevi istanti, rari e occasionali sono così belli, perché non fare tutto in silenzio?
Ed eccoci qua con la nostra logica razionale, ma la vita non è logica. Se restiamo in silenzio tutto il tempo quei momenti non verranno più.
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Né acqua, né luna
La monaca Chiyono studiò per anni,
ma non fu capace di trovare I’ Illuminazione
Una notte stava portando
un vecchio secchio pieno d’acqua.
E mentre camminava Solitaria guardava la luna piena riflessa nell’acqua del secchio. Improvvisamente, la canna di bambù che sorreggeva il secchio, si ruppe,
e il secchio cadde a terra.
L’acqua fuggí via,
Il riflesso della luna scomparve — e Chiyono diventò Illuminata. E scrisse questi versi:
In un modo e nell’altro ho cercato di sorreggere il secchio sperando che il debole bambú non si sarebbe mai spezzato.
Improvvisamente il sostegno si é rotto. Non più acqua,
non più luna nell’acqua — il vuoto nelle mie mani.